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da Libertà, 27/05/14

Centoquaranta ragazzi e ragazze fra gli 11 e i 16 anni al Farnese per l’ultimo atto del progetto

Piacenza – Centoquaranta ragazzi e ragazze fra gli 11 e i 16 anni danno appuntamento alla città per il pomeriggio di domani, mercoledì 28 maggio, nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese, dove si esprimeranno con filmati, rappresentazioni teatrali, testi, brani musicali realizzati in questi mesi frequentando laboratori creativi e di orientamento del progetto “A tutto Gas” (dove “Gas” sta per “Guardami, ascoltami, sentimi) promosso e gestito da centri educativi e cooperative sociali del territorio.
Giunto alla seconda edizione, con il sostegno della Regione Emilia Romagna (e il patrocinio di Comune e Provincia di Piacenza), “A tutto Gas” ha offerto l’opportunità a studenti e studentesse a rischio disaffezione, se non addirittura abbandono scolastico, di incontrarsi, confrontarsi, riflettere e raccontarsi attraverso i loro strumenti preferiti (fotografia, video, musica, giochi di ruolo), avvalendosi anche dei social network.
Alcuni frequentano i centri educativi delle cooperative “Oltre”, “Tandem – Casa del Fanciullo”, “Co. te. pi. – La Ricerca” e “Casa Morgana”, altri hanno partecipato al progetto “In un mondo migliore” delle cooperative sociali Consorzio “Sol. Co. Piacenza”, “Eureka”, “L’Arco“, “Aurora” e “Goccia di Terra”. Un alto numero – che conferma i dati d’esordio dello scorso anno – che già di per sé certifica l’utilità di proposte come questa, finalizzate ad offrire a chi si disaffeziona alla scuola in età precoce, o tenta di abbandonarla, nuove opportunità e percorsi di seconda occasione, applicando il principio di “dare di più” a chi parte svantaggiato o vive una situazione di sofferenza e affaticamento, anche momentanea.
“Se si riesce a rimotivare un ragazzo alla frequenza scolastica – sottolineano gli educatori che hanno lavorato a tu per tu con questi studenti-, a fargli “tollerare” la presenza sui banchi di scuola valorizzando il suo vissuto, quello che è e quello che sa fare o può fare e canalizzando le sue energie anziché verso la funzione di disturbo, verso il riconoscimento di quanto di positivo può dare, si può effettivamente fare qualcosa di positivo sia per quel ragazzo sia per l’istituzione scuola. Attraverso i momenti aggregativi, i ragazzi riscoprono e accreditano quel che sanno, apprendono saperi per la cittadinanza attiva, valorizzano quello che “già sanno fare” come rinforzo dell’autostima per creare un’occasione di incontro e ritrovare un po’ di piacere nell’andare a scuola”. Oltre a riflettere sul proprio ruolo nella società e a capire a che cosa può servire la scuola e perché occorre andarci, i ragazzi sono stati aiutati ad identificare se stessi, a riflettere su chi sono e su come possono essere utili alla società e al proprio stesso futuro“.
L’incontro è aperto a tutti: inizio alle 17.

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