da Libertà, 05/07/2013 – Sarmato – Sono divisi in piccoli gruppi, a seconda delle varie nazionalità, ed evitano di mescolarsi troppo agli italiani. Ma neppure i sarmatesi sembrano così desiderosi di conoscerli da vicino. È questa la fotografia degli stranieri a Sarmato attraverso l’occhio della telecamera dei ragazzi dello Spazio Giovani che, mercoledì sera al centro Umberto I, hanno presentato alla cittadinanza un filmato realizzato nell’ambito del progetto Gps, cofinanziato dall’Unione Europea.
L’idea, curata dalla cooperativa sociale “l’Arco” col sostegno del Ministero dell’Interno e del Servizio Sanitario Regionale, ha coinvolto diversi comuni della provincia e a Sarmato si è tradotta in un filmato: nove ragazzi tra i partecipanti alle attività dello Spazio Giovani – Armando Ibra, Ikbal Hirate, Suad Nachit, Eugenio Filipponi, Fatima El Haroui, Cristina Moruz, Antonio Gennaro, Klajdi Habibi e Motez Messaud – si sono così armati di videocamera e hanno girato il paese in cerca di testimonianze sull’integrazione tra le diverse nazionalità e gruppi etnici presenti a Sarmato. Partendo dalla storia del paese – rifacendosi ad alcune memorie “storiche” come Antonio “Nuccio” Perazzoli o l’assessore Canzio Marchesi – i ragazzi sono approdati al presente con interviste al sindaco Anna Tanzi, a Maria Teresa Losi e al bibliotecario Gianluca Misso, per poi sentire dalla viva voce di chi, da ragazzo straniero, ha dovuto faticare per essere accettato nella comunità.
Così si scopre un paese da sempre crocevia di stranieri – dai Sarmati, che con il loro antico insediamento hanno dato il nome al paese, ai Longobardi – che ha vissuto l’esperienza dell’emigrazione verso l’America e ora si trova a fare i conti con un’immigrazione che copre il 18% dell’intera popolazione. E per ora sembra che il primo scoglio da superare sia la naturale tendenza degli stranieri a riunirsi in gruppi di connazionali, naturale meccanismo di difesa e aiuto.
«L’integrazione è molto più facile per i ragazzi, ma difficilmente si riesce a convincere i genitori» spiega Daniela Dallavalle, che coordina lo Spazio Giovani assieme agli educatori Martina Castelli e Gianluca Sebastiani (autore anche del video assieme al mediatore culturale Jamal Ouzine). Il tentativo è stato quello di tessere una tela sociale tra le associazioni del paese, lo sport o la parrocchia, anche andando direttamente a casa dei genitori per singoli gruppi d’incontro per capire quali fossero le difficoltà più grandi nell’integrazione. E a quel punto, dopo aver individuato quello dei “luoghi” dell’isolamento come un tema centrale, ecco partire la talvolta impietosa telecamera dei ragazzi, quelli che – come ha ricordato il sindaco Tanzi - «saranno i protagonisti della Sarmato di domani».
Vai alla pagina di Libertà
Lascia un commento