Sabato 30 giugno alle 20.45 al Teatro Comunale di Lugagnano andrà in scena “Squattrinati in mutande”, spettacolo teatrale presentato dal Centro Giovanile Sala Jungle e Centro Educativo Don Bosco, spazi comunali gestiti dalla Cooperativa L’Arco per i ragazzi e i giovani del paese.
La serata conclude a Lugagnano il progetto “Arte in Terra”, organizzato dall’Arco grazie al contributo della Regione Emilia Romagna (L.R 14/2008), che ha visto coinvolti anche i Comuni di Carpaneto Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Gropparello, Cortemaggiore, con diversi e originali progetti, da installazioni artistiche urbane alla realizzazione di cortometraggi.
A Lugagnano si è pensato di diversificare le attività in base alle fasce di età: quattro classi di seconda e terza media sono state coinvolte nella creazione di cortometraggi sul tema del cyber bullismo, conclusa con un dibattito finale per tutti i cittadini, mentre per i ragazzi più grandi si è pensato di puntare sul teatro, attività da sempre portata avanti con successo dai due centri comunali.
Il contributo regionale, quindi, ha permesso questa volta di raggiungere un ampio gruppo di ragazzi, una quarantina tra i 13 e i 24 anni, coinvolti in un percorso soprattutto formativo e relazionale. Il teatro si è rivelato negli anni un ottimo modo per stimolare le relazioni, l’inclusione, l’emersione e lo sviluppo di competenze che possano in futuro essere spese a favore del proprio territorio e della comunità. Un mezzo in linea con l’obiettivo di Arte in Terra, quello di accrescere il senso di appartenenza dei giovani alla comunità e a realizzare iniziative che abbiano un ritorno sul proprio territorio. Anche il tema scelto, quello della commedia “Squattrinati in mutande”, liberamente tratta dal film “Full Monty”, ha dato modo ai ragazzi e ai giovani coinvolti di operare un’analisi critica, stimolando riflessioni sul proprio presente.
Ambientata in una cittadina inglese in un periodo di forte recessione, tratta infatti in modo brillante di problemi economici, sociali e di disoccupazione – soprattutto maschile – esplorando la sfera esistenziale dei protagonisti, dalle inquietudini date dal disimpiego ai problemi personali con figli, mogli, madri, passando attraverso il tema dell’accettazione del proprio corpo e della crisi del ruolo maschile nell’assetto sociale. Una serie di problematiche tutt’ora molto attuali, affrontate con vivacità e humour, che riportano all’attenzione situazioni diffuse di precariato, anche se in una cornice economica e sociale diversa, e propongono una reazione creativa e di gruppo alle difficoltà.
Il progetto è stato realizzato dagli educatori L’Arco Chiara Castellana, Laura Marchi e Giulio Garelli, in collaborazione con Clara Russotti, Emanuele Savinetti e le coordinatrici dei due centri Bonita Zeni e Silvia Vitale.